Valorant: G2 vince i cambi di gioco

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G2 Gozen ce l”ha fatta! Il roster dell”organizzazione tedesca porta il trofeo in Europa. In un incontro durato quattro ore e mezza, è stato chiesto tutto a entrambe le squadre

Dopo cinque carte è stato finalmente deciso: i G2 sono i vincitori del primo major femminile di Valorant!

Dopo tutto, la vittoria era già a portata di mano per Shopify Rebellion GC. La squadra guidata dalla diciassettenne Diana “sonder” Zhang ha vinto sia Pearl che Bind per 13-9 all”inizio della serie.

G2 Gozen: un ritorno con stile

Nella terza mappa Ascent è iniziato l”incubo di ogni giocatore di eSports per i giocatori del Nord America. Un reverse sweep come si legge nei libri di testo. Nelle mappe da tre a cinque, Shopify è riuscito a vincere solo dieci dei 49 round giocati. Davanti al pubblico di casa, i G2 hanno preceduto gli avversari per un soffio con 13-3 (Ascent), 13-2 (Icebox) e 13-5 (Breeze).

Tutte le pressioni sono diminuite e le emozioni si sono fatte sentire, come ci si aspetterebbe da una vittoria importante.

“Saluto il mio Paese d”origine, il Bahrein, e sono felicissima di poterlo rappresentare qui. Il mio Paese e tutti gli altri giocatori e giocatrici della regione MENA. Si può fare. Se vi mettete in testa qualcosa, avete una visione, un obiettivo, qualsiasi cosa, potete farcela. Dovete credere in voi stessi. Perché oggi, oggi l”ho fatto. E non posso crederci”. – Maryam “Mary” Maher (G2 Gozen)

Shopify Rebellion – Un secondo posto frustrante

Che torneo ha disputato Shopify Rebellion. Guild X, X10 Sapphire, Cloud9 White, Team Liquid.

Tutti questi hanno dovuto ammettere la sconfitta contro lo sfavorito degli Stati Uniti. Anche se alla fine hanno esaurito la loro forza contro il G2 Gozen e il sogno del Major si è infranto, Kayla “flowerful” Horton e la sua squadra possono essere orgogliosi di tutto ciò che hanno ottenuto. Dopo la finale, tuttavia, la squadra è stata l”unica perdente a non partecipare alla conferenza stampa prevista. Nei giorni precedenti, ogni squadra era apparsa.

Un piccolo, seppure inutile, sapore amaro a quella che avrebbe dovuto essere una performance eccezionale.