Maid of Sker è un gioco horror estremamente britannico che suona molto come un’uscita di Frictional: È ambientato nel 1898 e racconta la storia di “un impero familiare guidato da torture, schiavitù, pirateria e un mistero soprannaturale”. È basato sul folklore gallese, ed è ambientato in un edificio storico reale in Galles conosciuto come Sker House. Ed è apparentemente abbastanza buono: ha un punteggio aggregato di 69/100 su Metacritic e una valutazione “molto positiva” delle recensioni degli utenti su (Steam).
Per costruire su quel successo, lo sviluppatore Wales Interactive ha annunciato oggi un seguito chiamato Sker Ritual. Ma non è un gioco horror – per qualche ragione, è un “FPS di sopravvivenza co-op”. I flash del nuovo gioco nel fin troppo breve teaser appaiono simili a Maid of Sker – una foresta oscura fuori da una capanna in fiamme, un salotto di fine secolo – ma le pistole e i nemici abbondanti sembrano più qualcosa di simile a qualcosa preso da Painkiller. Supporterà il gioco in solitaria e l’azione co-op fino a quattro persone, e nel caso ci fosse qualche dubbio non è un sequel diretto ma un “successore spirituale”.
Il (Steam page) non ha molto altro da dire al riguardo – “sopravvivere all’assalto soprannaturale dei Quiet Ones” è l’estensione del discorso per ora – ma mi colpisce come una strana direzione per un seguito. Gli spinoff fuori genere per serie di giochi consolidate, come Resident Evil Re:Verse, sono una cosa, ma Maid of Sker è letteralmente un pezzo unico a questo punto. Se ha fatto abbastanza bene da giustificare un altro gioco, perché farne qualcosa di così diverso?