L’Anti-Skyrim: Monomyth riporta i giochi di ruolo alle loro radici

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Si possono ancora imparare nuove lezioni da un gioco di ruolo di 30 anni fa? Sì, dice uno sviluppatore che ha lavorato al suo RPG da sogno per cinque anni.

Raramente un gioco ha fatto così tanto bene per un genere come Skyrim – e allo stesso tempo ha fatto così tanto male. Qualunque sia l’opinione che si ha del mondo aperto norreno di Bethesda, The Elder Scrolls 5: Skyrim ha plasmato l’idea di un grande gioco di ruolo in forma libera per un’intera generazione di giocatori.

Sembra impossibile scrivere di RPG 3D in prima persona in questi giorni senza almeno menzionare Skyrim, così presente è ancora nella mente dei giocatori, dieci anni dopo l’uscita. Il fatto sorprendente che Skyrim riceverà la sua terza riedizione nel 2021 ha certamente contribuito a questo.

Michael Tröls può solo sognare un successo così favoloso finora. L’austriaco ha lavorato per cinque anni su un gioco di ruolo che sarà molto diverso da Skyrim in molti modi e vuole portare indietro gli orologi più che alla rivoluzione open-world del 2011 – agli anni 1990, alle origini del genere, per essere esatti. Eppure il progetto Monomyth di Tröl non può sfuggire al confronto con Skyrim, anche solo visivamente.

In termini di gameplay, Monomyth si rivolge proprio a quei giocatori che non hanno bisogno del nuovo approccio mainstream dei giochi di ruolo “casualizzati” come Skyrim. Che hanno nostalgia delle qualità dei vecchi giochi di ruolo. Per i quali la discesa nei dungeon non era un cambiamento rispetto al girovagare nel luminoso overworld, ma semplicemente l’unico contenuto del gioco. Monomyth vuole riportare ciò che ha reso grande Ultima Underworld. E per farlo, riflette su ciò che The Elder Scrolls ha sempre più dimenticato con Skyrim: un mondo veramente interattivo in cui la simulazione e la logica di gioco giocano al primo posto.