Ubisoft citata in giudizio dai giocatori di The Crew per l’interruzione dei server

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Due giocatori del gioco di corse online The Crew hanno fatto causa a Ubisoft, sviluppatore ed editore del gioco, per la chiusura dei server del gioco, che ha di fatto eliminato l’accesso al titolo. The Crew, uscito nel 2014, era un’esclusiva online senza campagna per giocatore singolo disponibile per i giocatori senza connessione a Internet. La chiusura dei server nel dicembre 2023 ha lasciato i possessori del gioco senza la possibilità di utilizzare le copie acquistate.

La decisione di Ubisoft di smantellare i server di un gioco sempre online mette in evidenza una crescente fonte di contenzioso per gli acquirenti di media digitali, ovvero il fatto che i download digitali sono concessi in licenza e non acquistati. Quando i giochi più vecchi vengono eliminati dal listino, o quando i giochi live-service vengono privati del supporto dei server, la realtà dell’accordo di acquisto diventa dolorosamente chiara ai clienti. La nuova legge californiana AB 2426, firmata nell’ottobre del 2024 ed entrata in vigore all’inizio del 2025, impone che questa discrepanza venga presentata ai consumatori con maggiore trasparenza.

Come riportato originariamente da Polygon, i due giocatori che hanno intentato la causa sostengono che l’interruzione dell’accesso riduce il valore del prodotto acquistato e avrebbe influenzato la loro decisione di pagare il gioco a prezzo pieno. La causa paragona la rimozione da parte di Ubisoft dell’accesso persino alla campagna per giocatore singolo di The Crew a un “produttore di flipper che decide di entrare in casa vostra, sventrare l’interno del flipper e togliervi la possibilità di giocare al gioco che avete comprato e che pensavate di possedere”. Sebbene il server disabilitato abbia attirato le ire dei giocatori più accaniti, Ubisoft non è la prima azienda a rimuovere l’accesso ai titoli storici.

La cancellazione dei titoli più vecchi continua a far arrabbiare i giocatori

La causa prosegue affermando che Ubisoft ha “ingannato” i giocatori facendogli credere che stavano acquistando un gioco, invece di affittarne una licenza revocabile, e che parti del gioco sarebbero rimaste disponibili offline in perpetuo. Secondo la causa, queste azioni violano le leggi californiane sulla protezione dei consumatori. L’azione legale fa seguito alla reazione dell’opinione pubblica alla chiusura dei server di The Crew, che ha spinto Ubisoft a promettere ai giocatori versioni offline dei titoli più recenti della serie e ha generato l’iniziativa “Stop Killing Games”, guidata dal creatore di YouTube Ross Scott.

Poiché le transazioni digitali sostituiscono rapidamente gli acquisti fisici di giochi e altri media, sembra inevitabile che il dibattito sulla proprietà, la longevità e la conservazione si espanda. Le cause legali di questo tipo potrebbero diventare sempre più frequenti finché gli editori e i negozi digitali non affronteranno la questione in modo soddisfacente per i giocatori. Ubisoft continua a lottare contro le reazioni dei giocatori negli ultimi mesi, dopo il ritardo di Assassin’s Creed Shadows, la potenziale chiusura dello sparatutto free-to-play XDefiant e la recente uscita di un gioco di ruolo incentrato sulla blockchain.